Nell’ormai lontano 2017 ero in cerca di qualcuno che nella nostra associazione avrebbe potuto occuparsi della parte spirituale, visto che il nostro centro olistico è un centro corpo-mente-spirito. Volevo qualcuno che offrisse tecniche di consapevolezza come la meditazione tra i nostri servizi e che avesse quella presenza e quella centratura da aiutare altri a trovare la propria. Io in quel momento della mia vita mi dicevo che potevo occuparmi del settore mentale riguardante la psicologia, anche se ho sempre pensato che la psicologia non è una scienza che si occupa dei processi mentali, ma una disciplina che cura l’anima. Ma non divaghiamo, avevo in mente come responsabile di questo settore una signora che a quel tempo collaborava già con noi per la parte dei massaggi.. tuttavia, questa signora proprio in quel periodo ha deciso che sarebbe andata a vivere in un’altra regione e io mi sono trovata a non sapere assolutamente a chi chiedere di occuparsi della spiritualità. Nella mia zona anche adesso ci sono veramente poche persone che si occupano della parte olistica in modo serio. Dove per serio intendo professionisti che lavorino con tecniche di consapevolezza riconosciute scientificamente, ma anche con pratiche più antiche, però avendo quantomeno un’esperienza seria di questo su di Sé. Ci sono alcuni professionisti, infatti, tra questo anche psicologi, che svolgono il loro lavoro, magari anche tecnicamente bene, ma non hanno nessuna esperienza su di Sé di cosa sia un percorso psicologico, cosa sia lavorare su di Sé, cosa sia un percorso di crescita ed evoluzione o di un percorso che porti consapevolezza alle dinamiche inconsce o interne. E non volevo una persona di questo tipo. Finchè un giorno dopo tanto parlarne con me stessa e con la Presidentessa dell’associazione nonché mia mamma per trovare una soluzione, lei mi guarda e dice: “Ma perché non vai tu ad imparare la mindfulness e poi la proponi in associazione, visto che molti psicologi oggi usano questo tipo di pratiche di consapevolezza?” E in quel momento mi si apre un file, un file che ha incubato per mesi, prima di trovare la strada per essere portato alla realtà, ma di questo ne parlerò in un altro momento… Da lì, però, ho imparato a meditare e a far meditare gli altri grazie ad un Istituto di Neuropsicosomatica di Bagni di Lucca conosciuto come il “Villaggio Globale”, riconosciuto dal MIUR e da molte altre istituzioni. Quindi cosa sono queste benedette tecniche spirituali di consapevolezza? Una prima risposta la puoi trovare in questo mio articolo: “Cos’è la meditazione? Fanne una prima esperienza” e puoi anche collegarti su Youtube al mio canale Piccolo Spazio Psicologia dove trovi sicuramente qualche pratica di breve durata che faccia per te e che ti aiuti ad iniziare. Sostanzialmente, quindi, una pratica di consapevolezza è una tecnica che aiuta a portare attenzione e respiro a ciò che sento nel corpo, nelle emozioni e nei pensieri qui ed ora, senza giudizio, ma con presenza. 1. La prima tecnica che io ho imparato è stata proprio la Mindfulness (o meditazione), cioè il semplice riportare l’attenzione ed il respiro a ciò che sento, che provo, che penso, imparare ad osservare questo lasciandogli la possibilità di manifestarsi dentro di me e anche nel corpo, senza reprimere nulla, senza allarmarmi, senza reagire a tutto ciò. La mindfulness può essere praticata da seduti, da coricati, in piedi, a seconda del tipo di meditazione e del tipo di profondità che vogliamo raggiungere. Nelle meditazioni in piedi sarai molto più presente a te stesso, più in posizione di forza sulle tue gambe, mentre quelle coricate sono molto più regressive, perché quando siamo sdraiati, siamo più vulnerabili e lasciamo tendenzialmente andare di più le tensioni del corpo, impiegheremmo molto più tempo prima che il corpo reagisca infatti ad un eventuale pericolo. La meditazione può essere formale o informale, quindi possiamo sederci apposta in un luogo sicuro, chiudere gli occhi e meditare, oppure portare quella qualità di meditazione nella vita di tutti i giorni, per esempio lavandoci i denti. Prova! Io ho tentato di girarci un video, fa molto ridere!! Ti lavi i denti e intanto porti attenzione al respiro e a quello che sentono i tuoi denti, la tua bocca. Esistono tanti tipi di meditazione o mindfulness: vpassana, zen, yogica con il pranayama, quella che utilizzo io è una mindfulness detta psicosomatica, cioè dell’ascoltare in modo sensibile il respiro nel corpo, più simile forse a vpassana, ma un po’ più movimentata. La meditazione, infatti, non è tutta statica, ossia vi sedete e state fermi per quaranta minuti, ma può essere anche in movimento, quella che faccio io sicuramente, perché altrimenti noi occidentali facciamo molta fatica ad entrarci! 2. Un sottotipo di meditazione che io considero come il secondo tipo di tecniche di consapevolezza sono le meditazioni attive di Osho e non solo sue. Queste sono principalmente meditazioni suddivise in fasi differenti e scandite dalla musica, alcune in piedi, alcune coricati, alcune in movimento, altre più statiche nella stessa meditazione. La meditazione attiva viene spiegata all’inizio e poi eseguita senza nessuna guida e nessuno che interrompe il flusso del sentire, la musica utilizzata è sempre la stessa che cambia nelle varie fasi e solitamente durano all’incirca un’oretta. Molte di queste meditazioni sono molto funzionali per svolgere anche un momento di attivazione emotiva come nella Meditazione Dinamica dove la seconda fase è rappresentata dalla catarsi, ovvero faccio salire una qualsiasi emozione che sento che il corpo vuole esprimere dopo la prima fase e la esprimo, la butto fuori con il corpo, con la voce, con i cuscini che posso picchiare, coccolare, stringere, ecc. Ultimamente, ad esempio, in questa meditazione mi prende la voglia dopo aver molto respirato nella prima fase di mordere il cuscino e lascio che il corpo lo faccia! Poi osservo cosa mi verrebbe da dire intanto che mordo e incontro un: “Ti sbrano!” magari riferito ad una persona con cui ho litigato ed invece che reprimere la mia rabbia e creare tensione in me, o sbranarla davvero J, scarico così finchè l’emozione non è esaurita o finchè non arriva la fase successiva! Il terzo tipo di pratica di consapevolezza di cui ho fatto esperienza e di cui vorrei parlarvi ha a che fare con il percorso di Master che ho deciso di intraprendere per utilizzare le pratiche meditative e corporee all’interno del mio lavoro di psicoterapeuta. Al Master questa pratica viene utilizzata in un seminario apposito, dove si usa principalmente quella tecnica in un ritiro di 3 giorni, questa pratica è il Koan e viene utilizzata all’interno di questa situazione che viene chiamata Who is in? Ovvero “Chi c’è dentro?!” È una pratica molto potente se si riescono a dare risposte che non vengano dalle nostre credenze preconfezionate su noi stessi che ci hanno sempre insegnato del tipo io sono Padma, faccio questo lavoro, ho questi ruoli nella società: figlia, amica, amante di…, ecc ma aprendosi all’esperienza di ciò che si trova al proprio interno ogni volta che ci viene posto il Koan. Che cos’è un Koan?! È una bella domanda J Tecnicamente è un quesito paradossale, esistenziale, una domanda che ti viene affidata dal maestro ad inizio della pratica, una domanda che continui (letteralmente) a porti per liberarti dal condizionamento della mente e per sentire chi sei davvero nella tua essenza. Il trucco è quello di immergerti completamente con tutti i sensi e con tutt* te stess* all’interno, ascoltando la tua energia, la tua consapevolezza, la tua coscienza ed esprimendo come la senti muoversi nel corpo ad esempio. Il maestro che ho avuto dice sempre che una delle cose fondamentali è rivolgere l’attenzione all’interno. La direzione è all’interno. Quindi vengono assegnati Koan come: “Chi c’è dentro?!”, “Chi sono io?!”, “Cos’è l’altro?!”, “Cos’è l’amore?!”, “Cos’è la fiducia?!” e tanti altri, a seconda di cosa è opportuno per te e di ciò su cui necessiti lavorare. In questo terzo tipo di pratica, ti viene chiesto di sedere di fronte ad un’altra persona. La prima persona chiede alla seconda di esplorare il suo Koan per cinque minuti e rimane in silenzio ad ascoltare l’altro, il più possibile neutr*. Osserva l’altro che esplora ciò che trova in Sè e che lo comunica, poi si fa cambio. Si può fare anche davanti ad uno specchio, o ad un muro, ma consiglio sempre prima di avere fatto l’esperienza del ritiro, altrimenti non si conosce come procedere correttamente. Riporto questa pratica perché per me è stata potentissima, la prima volta che ho fatto un ritiro di tre giorni di questo tipo sono arrivata a sentire in profondo la mia vulnerabilità, come se dentro avessi la delicatezza della pelle di un neonato. La seconda volta che ho fatto un ritiro di questo tipo, ho contattato il silenzio e allo stesso tempo la percezione di vuoto e di avere come una galassia in continua espansione all’interno del cuore. L’ultima volta in un ritiro non più di 3, ma di 7 giorni, chiamato Satori, ma con la stessa formula del Koan, ho contattato che la fiducia per me è il mio cuore enorme che mi protegge da ciò che sento a livello vibrazionale che non fa per me. Sono sempre dei processi importantissimi nel cammino della ricerca, che mi hanno portata a riappropriarmi di me e di chi sono veramente. Sei stanc*? Dai, sgranchisciti un attimo! Fa un po’ di stretching consapevole, già quello e qualche respiro profondo possono riportarti in uno spazio di ascolto. 4. Il quarto tipo di tecnica spirituale di cui ti parlo è in realtà una pratica di consapevolezza antica che tradotta dal termine indonesiano “Latihan kejiwaan”, significa allenamento al Sé interiore. In realtà Latihan non è una tecnica, ma un’esperienza completamente spontanea per entrare in contatto con la Presenza che è dentro di noi ed arrendersi ad essa. Vi dico già subito che è una delle mie pratiche preferite, in quando sostanzialmente detta in modo semplicistico e banale, si balla! Non è a dire la verità proprio una danza, ma dalla mia esperienza si lascia una musica di sottofondo, si indossano abiti che non costringano il corpo e si lascia che quest’ultimo si muova come e dove vuole. Noi (la mente controllante) dobbiamo tirarci via di mezzo. Tutto ciò che dobbiamo fare è rimanere osservatori dell’energia vitale che ci si muove dentro e lasciarla accadere. E’ fondamentale che lasci il corpo muoversi come vuole, senza che ti vergogni, senza che ti giudichi, senza che controlli con la mente che passo fare o come muoverti e che ti lasci trasportare dal ritmo della musica e ti perdi in esso. Dopo una mezz’oretta di movimento si svolgono solitamente una decina di minuti a terra in silenzio, dove si osserva il mondo interiore. Questo tipo di pratica di consapevolezza l’ho incontrato per la prima volta durante un ritiro sulla guarigione del bambino interiore chiamato “Primal Feelings” con Svarup e Premartha. Un ritiro per lavorare con tecniche come questa sulle nostre ferite più antiche tra i nostri 0 e 11 anni di vita. Ed ho osservato quanto il mio movimento e la mia energia potesse diventare anche molto animalesca e selvaggia, ma anche molto sensuale. Ad un certo punto ricordo che disegnavo un cerchio con il bacino che si muoveva completamente da solo e all’impazzata e ad un tratto mi sono sentita spinta verso il basso con le braccia, in posizione quadrupede, a toccare la terra e contorcermi. Vi state chiedendo se meditando diventerete matti?!?! Forse un po’ sì :D Ma è bello essere anche un po’ folli! A parte gli scherzi, Forse è meglio chiedersi se non è folle vivere esattamente come se fossimo delle macchine, in automatico, senza sentire sensazioni e emozioni vive, comandati dalla società, dai genitori, dalla religione e via dicendo.. E visto che questa è assolutamente una società malata, che si fonda profondamente sulla scissione tra corpo, mente e spirito, e visto che le malattie mentali aumentano a macchia d’olio, forse provare qualcosa di nuovo non ci farà poi così male! Essere bene adattati ad una società come quella di oggi, purtroppo, non significa assolutamente essere sani, tutt’altro. Ma tornando a noi.. 5. L’ultima pratica spirituale di consapevolezza che vi propongo qui, ma non sono le uniche 5 esistenti, sono quelle che io ho praticato per più tempo e che utilizzo di più su di me e sulle persone che vengono da me, in individuale e in gruppo, perché conosco i loro effetti in prima persona, oltre che averle studiate, è il Tantra. Cos’è il Tantra? E’ una serie di pratiche di consapevolezza e del respiro che sono volte all’espansione della coscienza, dell’energia vitale, o come la vogliamo chiamare e la sua fusione con il Tutto. Per Tutto intendo sia con l’energia delle persone con cui interagisci, sia con la coscienza del tuo amato/a, sia con la natura e l’intero universo. Spesso questa tecnica viene confusa con pratiche sessuali, in realtà Osho in “Tantra. La comprensione suprema” lo spiega bene. Il tantra non è una scusa per fare sesso utilizzando chissà che pratiche, ma è proprio sentire che sei amore e connetterti ed espanderti con ciò che ti circonda travasando questo amore da te all’altro e poi al Tutto e viceversa. Poi si, se vogliamo, il nostro partner può essere considerato la nostra prima forma di fusione con il Tutto, poiché attraverso la sessualità, ma non solo, ci permette di connetterci con delle parti di noi che magari non conosciamo o reprimiamo, ci permette di aprire nuovi canali interni e tramite la sessualità e l’amore ci permette di iniziare ad amare una piccola porzione del Tutto che è incarnata nell’altro. Difficile da capire in modo razionale né?! Quindi si, esistono delle pratiche tantriche che permettono pratiche di consapevolezza di coppia, per portare la meditazione nel modo di amarsi, ma anche nella sessualità. Come guardarsi negli occhi, respirare insieme in modo circolare in due diversi sensi a seconda del se mi voglio caricare di energia, o scaricare, ecc.. Queste pratiche non vengono fatte per fare sesso qua e là, ma per andare in profondità all’interno della relazione d’amore che abbiamo, con lo scopo finale, connetterci e fonderci con l’altro, poiché questo ci porterà a connetterci o fonderci con il Tutto. Più espandiamo la coscienza, più saremo in grado di sentire e rispondere a noi stessi e al mondo in modo congruo, più arricchiremo la nostra sensibilità con quella degli altri e avremmo maggiormente presente i nostri bisogni, ma anche quelli della Terra, delle piante e di tutti gli esseri viventi. Spero che questa escursione ti sia stata utile, e tu? Conosci qualche pratica spirituale di consapevolezza di cui ci vuoi parlare? Se è così lascia un commento nel blog o sui social, ti ascoltiamo volentieri! Nel frattempo un abbraccio, Padma.
0 Comments
In questo articolo voglio spiegarti quali sono i vantaggi e i benefici di praticare la Mindfulness sia da un punto di vista scientifico, che personale. All'inizio di ogni mio articolo chiedo al lettore di prendersi un momento per sè, per leggere questo testo; già prendersi del tempo, come abbiamo visto, è iniziare a sviluppare consapevolezza in ciò che stai facendo. Probabilmente mi leggi perché sei in un momento di ricerca tua personale interna e forse questa tua ricerca personale ti sta portando ad avvicinarti a percorsi di crescita e magari hai già sentito parlare di meditazione anche se non ci hai mai provato. Bene, questo può essere un ottimo inizio! Non è stato il mio inizio, ma ho visto tante persone cominciare la crescita personale tramite la meditazione e credo che questa ricerca implichi coraggio! Quindi benvenut*! Forse hai già navigato un po’ in Internet ed hai cominciato a digitare cose come: “Cos’è la Mindfulness?”; “Come praticare la Mindfulness?” e magari hai già letto qualcuno dei nostri articoli a riguardo. Se sì, sei in ricerca!! Allora, visto che sei assetat* di comprendere, magari ti sei chiest* anche: “Ma se inizio a meditare, in pratica, cosa mi succede?” E quindi ti stai chiedendo come una pratica di respiro così semplice ti possa giovare e ti possa portare a benefici concreti nella tua vita quotidiana. Ed eccoci qui, Intanto prendi un bel respiro e lascia andare tutta la tensione dei tuoi muscoli… Dei primi vantaggi che si sviluppano a meditare ne parlano alcuni studi scientifici: Studi scientifici, infatti, riportano che uno dei primi effetti della mindfulness è la diminuzione dello stress, che in inglese significa tensione. Durante la vita di tutti i giorni, così come in tutto il nostro arco di vita, abbiamo accumulato tensioni e rigidità fisiche, emotive e mentali di piccola, media o grande entità e queste, chiaramente si sono solidificate nel nostro corpo, nei muscoli, nella schiena. Senti la tua schiena per un momento, puoi anche chiudere gli occhi e automassaggiarti le spalle o lo stomaco, non toccandoti come se fosse una carezza, ma premendo con una certa decisione (ovviamente non farti male). Senti che sei contratt*?! O che comunque, specie nello stomaco è molto possibile che tu abbia dolore?! Ecco, quella è la tensione di cui parlo, tu non ne sei cosciente, ma lei c’è e poi improvvisamente ogni due per tre hai mal di schiena, fatichi a digerire, vai in apnea, cioè non respiri in modo ampio e libero. Tieni conto che il respirare in modo ridotto e la tensione, stress, rigidità, sono le prime forme di protezione che ognuno di noi utilizza per non sentire delle emozioni o delle sensazioni indesiderate o dolorose, ma così facendo limitiamo anche le sensazioni di benessere e piacere. E quando lo stress diventa cronico, come praticamente per tutti noi, allora avrai sempre meno percezione di benessere. Talvolta addirittura gli stati d’ansia, di insoddisfazione o depressione ti travolgono e tu ne vieni completamente inghiottit* Altre volte invece, sì, non stai male, forse non soffri, ma non stai nemmeno bene e non sei soddisfatt* a fondo e a pieno della tua vita, sei apatic* Capisci cosa intendo?! Quando ho iniziato a praticare, le prime volte dopo le meditazioni, sentivo le spalle come se fossero dei macigni di cemento!! Un giorno, dopo qualche ora di pratica, stavo mangiando seduta ad un tavolo con una mia cara amica vicino ad un fiume e le dico: “Senti le mie spalle, senti quanto sono dure?! Ho un dolore indescrivibile!” La mia amica mi massaggia e mi dice: “Ma cosa hai fatto!!! Sembri fatta di cemento armato!” Ed effettivamente era così, ci è voluto del lavoro per sciogliere quelle tensioni che venivano dalla durezza causata dalla mia storia personale, ma non ho mai mollato con me stessa ed ora ho le spalle decisamente più morbide! Quindi la buona notizia è che se pratichi meditazione, il beneficio è quello di piano piano ammorbidirti, quelle tensioni non ti servono più per proteggerti perennemente perché lo sai fare da sol* al momento opportuno e quindi puoi anche rilassarti! Ciò implica meno infiammazioni corporee dovute a problematiche psicosomatiche, quindi il sistema immunitario funziona meglio, sia nel prevenire le malattie, che nel combatterle più efficacemente. Migliora il sistema circolatorio e l'apparato cardiaco, con una diminuzione del rischio di infarti, di sviluppare stress, ansia e depressione. Migliora anche il sistema respiratorio, il nostro respiro diventa più ampio sia in entrata che in uscita perchè non è trattenuto dalla rigidità fisica ed emotiva. Come accade?! Parti dal piccolo e dal qui ed ora. Rilassati, fai un enorme respiro e butta fuori con la voce, rilascia, lascia andare tutte le tensioni che puoi in questo momento. Lascia andare. Usa la voce per facilitare il rilascio. Come quando sbuffi, ma fallo consapevolmente e a bocca aperta “aaaaaahhhh!”. Un altro primissimo vantaggio del meditare è poi quello di riprendere contatto con le proprie esperienze corporee, emotive e cognitive, cioè con sensazioni, emozioni e pensieri, quindi con l’interno E quindi con te! Siamo sempre sbalzati verso ciò accade fuori di noi, verso ciò che dobbiamo fare ed abbiamo tutti perso la capacità di rimanere in contatto con il nostro centro vitale: il Sé. Molto spesso non ci è mai stato insegnato ad avere a che fare con noi stessi e lo dobbiamo reimparare. Quindi inizia da ora! Chiudi gli occhi, rilassati e porta l’attenzione al respiro che entra dal naso, arriva alla testa, scende al petto e poi alla pancia. E senti nelle varie zone come stai oggi. “Umh la mia testa oggi è fresca e leggera, oppure il mio petto è grande e aperto”, ma anche “ la mia pancia è fredda e scura” Qualsiasi cosa trovi, va bene così com’è, non la giudicare ed ascoltala come un maestro, che ti indica come stai oggi, in questo preciso momento. Questo semplice ascolto del corpo, ti dà informazioni importanti su di te, ascoltale. Senti il tuo petto che si gonfia e si sgonfia, con delicatezza, puoi anche portare una mano al centro per aiutarti nella percezione, Sei tu, sentiti. Quando poi svilupperai una capacità sempre più approfondita di percepire ciò che senti nel momento presente, sarà possibile che oltre alle percezioni corporee, tu possa sentire anche le emozioni legate a quella percezione. Ed imparando ad osservare emozioni, sensazioni e pensieri, conoscerai sempre di più te stess* e saprai sempre meglio di cosa hai bisogno, da cosa ti senti ferito, cosa ti rende felice e risponderai sempre di più alle situazioni in modo coerente a te stess*, invece che reagire con rabbia o con tristezza o con indifferenza o con entusiasmo senza essere consapevole dei meccanismi che ti portano a reagire in quel modo. Comprendi che già solo questo beneficio ne racchiude in sé tantissimi altri come essere in grado di sentire le emozioni, riconoscerle e gestirle, quindi implica una diminuzione in termini di aggressività ad esempio. Implica riappropriarsi della propria autenticità e del piacere di sentire qualsiasi cosa ci sia, aumenta la capacità di porre attenzione, aumenta la percezione e sensibilità corporea e di non rimanere continuamente nel rimuginio della mente. Gli scienziati ci dicono che cambiano le strutture e le connessioni neurali che si erano formate dal nostro vissuto ed in base alle nostre vecchie esperienze di vita e se ne formano delle nuove, come se si formassero dei nuovi repertori che possono essere utilizzati e che quindi cambiano anche i nostri comportamenti. Per me questa esperienza di conoscenza di Sé come diceva l’oracolo di Delphi, ha portato a non sentirmi più in balia di ciò che mi accadeva all’esterno, prima infatti se mi succedeva un problema sul lavoro era un disastro ed il mio stare bene o stare male dipendeva letteralmente da questo. Se tutto funzionava in modo “normale” nella mia realtà esterna significava che potevo stare normale, con un po’ d’ansia che succedesse qualcosa che mi destabilizzasse. Quindi cercavo di fare in modo che il mio lavoro fosse stabile e senza intoppi, di avere una relazione come la società la ritiene una relazione normale, amicizie di una vita dove “ci si conosce” e si può uscire a mangiare una pizza e stare in compagnia. Sì, tutto molto standard, per me e per la mia anima anche molto poco nutriente e dopo un po’ alquanto soffocante, tanto che ero arrivata a sperimentare dei sintomi allergici per cui sono finita in ospedale, eppure non ero mai stata allergica a nulla. Prendere coscienza di me stessa, intanto mi ha portata a non sentirmi più sola, sentirmi mi ha portata ad avere un centro al quale poter ritornare sempre: Io. Ora capita che qualunque cosa accada all’esterno di brutto, o spiacevole oppure che non accada per nulla, torno sempre a me e non ho più paura di rimanere sola o in balia degli eventi. Stare con se stessi, è sempre molto bello, qualsiasi cosa passi in quel momento. Ma bisogna arrivarci, altrimenti è possibile che percepiamo solitudine, isolamento e frustrazione. L’ultimo, ma non ultimo, vantaggio o beneficio della meditazione di cui ti voglio parlare è questo: Comprendere ed avvicinarti a te, significa comprendere ed avvicinarti sempre di più anche all’altro. Quindi implica un cambiamento anche a livello delle relazioni?! Sì, inevitabilmente! Se torni a sentirti, potrai tornare anche a sentire l’altro, i tuoi colleghi, i tuoi amici, i tuoi parenti, i tuoi partner. Se vedi te stesso e riscopri l’amarti per quel che sei, lo stesso avverrà anche verso l’altro. È probabile che sarai meno giudicante, è possibile che troverai persone intorno a te da aiutare come hai fatto con te stesso e lo farai volentieri, è possibile che sarai molto più tollerante e compassionevole, perché molte delle “cose” che vedi nell’altro, le saprai riconoscere come anche tue. È possibile anche che tu impari a dire basta quando riconosci che quella situazione non fa più per te. Oppure a dire NO, quando l’altro lede qualche tuo bisogno o diritto o valore. Se ti ascolti e senti che dolore è non sentirsi amati, amerai l’altro perché conosci il dolore che ne deriva dal non avere amore; se ti ascolti e senti la tua bellezza, come potrai non riconoscerla e ritrovarla anche nell’altro?! È possibile che alcune relazioni disfunzionali che avevi piano piano si trasformino, è possibile anche che diverse relazioni basate sull’utilità più che sul nutrirsi a vicenda finiscano perché tu decidi che quel tipo di relazione non risuona più con te. Non si risuona con tutti del resto. Ma anche le vecchie relazioni godranno di una nuova vitalità, del piacere di stare assieme, ti piacerà anche mostrarti agli altri per quel che sei, magari più vulnerabile, o magari chissà anche molto più forte di prima! Quando il tuo cuore si apre e si espande, si aprirà e si espanderà verso di te e di conseguenza anche verso gli altri. Ed il cuore si riapre quando togli tutte quelle tensioni, quando inizi a riappropriarti dei tuoi vissuti, delle tue emozioni, del tuo sentire.. Quando ciò accade, avrai cuore per te, per gli altri intorno a te, per gli animali, per la Terra che ci ospita e per tutti gli esseri viventi, perché non sono diversi da te stess*. E’ questo il significato del comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso”, cioè prima necessiti di tornare ad amare te stesso per poter anche solo pensare di amare qualcun altro. A me ad esempio è successo che prima, rigida e tesa come ero, così arrabbiata e spaventata, risuonavo con alcune persone, che comunque mi riportavano alla mia rabbia e paura ed alle mie dinamiche, mentre ora ho incontrato persone molto più nutrienti per la mia vera essenza. E ringrazio sia gli uni che gli altri a dir la verità. Infatti, i primi mi hanno fatto da specchio rispetto a chi ero io in quel momento e mi hanno portata a lavorare ancora di più su me stessa, arrivando a comprendere il mio profondo bisogno d’amore. C’è un esercizio molto bello per sentire l’altro e per sentirlo come se fossi tu (e lo sei), te lo propongo sul mio canale di meditazione, ti aspetto! Molti studi scientifici, inoltre, dimostrano che le frequenze o onde cerebrali di due persone in meditazione sono molto più coerenti e corrispondenti di due persone sedute al bar che parlano dei viaggi o del tempo, ossia che chiaccherano, ma non comunicano, non si manifestano. Siamo arrivati dunque al termine di questo articolo che ti spiega quali sono i vantaggi ed i benefici della meditazione, spero che ti sia piaciuto. Se è così ti prego di lasciare un commento nella Community o di condividere l’articolo sui social, per noi è importante condividere! Per ora, grazie della tua presenza, Un abbraccio, Padma. Hai mai preso un momento per calcolare quanto tempo dedichi ogni giorno ad attività quotidiane come andare in palestra, farti la doccia, pulire casa, condividere un’esperienza con un amic*? Queste sono attività che ti permettono in fila di prenderti cura del tuo corpo, del tuo corpo e…forse ti aiutano a condividere un pochino le tue emozioni, ma non ti vedono ancora protagonista del tuo OLOS, che in greco significa l’intero, il tutto. Questa divisione tra il tuo corpo, ciò che senti, le tue sensazioni, ciò che provi a livello emotivo e la tua essenza più profonda che percepisce e si manifesta nel mondo, è nata da Cartesio che distingueva tra res cogitans (la coscienza interiore) e res extensa (la materia). Quindi il nostro predecessore diceva che la materia ed il nostro mondo interno sono sostanzialmente differenti, mentre secondo i fisici quantistici di oggi questa affermazione è fasulla, in quanto ogni cosa è composta da energia, alcune energie sono condensate in modo più denso e prendono forme più solide, più materiali, altre sono così eteree come i pensieri o un campo elettromagnetico. Eppure, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ad oggi, afferma che benessere non è la semplice assenza di malattia, o il possedimento di beni materiali, ma un’armonica presenza di buone condizioni fisiche, emotive, sociali, economiche e SPIRITUALI. E allora non sarebbe bello che ognuno di noi possa accedere alla propria forma di benessere? Certamente risponderebbe la maggior parte di noi, ma fermiamoci a riflettere su una cosa.. Tu, io, siamo una coscienza globale, non siamo suddivisi in parti: affettiva, lavorativa, sociale.. Ognuno di noi è, incarna ciascuna delle condizioni citate dall’OMS. L’olismo è dunque un modo unitario di vedere la realtà, l’essere umano e l’esistenza. Facile vero? Eppure c’è da rimanere sorpresi di quante volte trattiamo le nostre emozioni come se fossero degli ospiti indesiderati, di quanto spesso obblighiamo il nostro corpo ad andare a letto molto più tardi di quanto vorrebbe, di mangiare e bere cose che lo inquinano, di fare esercizi sino allo sfinimento perché deve dimagrire. Per non parlare della parte spirituale, molto spesso non sappiamo nemmeno cosa significa, la confondiamo con l’appartenere ad una religione, o con il fare strani rituali new age. Ecco perché spesso non entriamo nei centri olistici, che si occupano del benessere della persona in tutta la sua interezza. Mica mi faranno il lavaggio del cervello in quei posti? No, l’intento è proprio l’opposto, in particolare, almeno per quanto mi riguarda, è quello di aiutare le persone a portare consapevolezza verso Sé, un Sé corpo-mente-spirito. Grazie alla consapevolezza di noi, possiamo rompere tantissimi schemi negativi, giudizi e cambiare il modo in cui ci relazioniamo con noi stessi e con il mondo esterno. Quindi, riunire corpo mente e spirito è ciò che dovremmo avere a cuore per noi stessi e è uno dei parametri da utilizzare per valutare se un centro olistico fa per voi. Mi aiuta a riunire anima e corpo? Questa unione poi ha un significato unico per ciascuno, ma porta sicuramente maggiore chiarezza, maggiore benessere e la comprensione che all’interno di un centro di questo tipo, la necessità è quella di fare un processo, di fare un percorso su di Sé, lavorando sia sulle proprie risorse, che sui propri condizionamenti che non ci lasciano liberi di essere chi siamo.
Ci rende abili o ci riporta a prestare attenzione alle nostre azioni, anche quelle quotidiane, all’ambiente che ci circonda, ai nostri pensieri e alle nostre emozioni. Riporta l’attenzione ed il focus su te stess*, sull’ascolto sensibile di te, sulla tua interezza, su chi sei e non ti porta a fartelo dire da altri. 2. Un centro olistico ti aiuta a sviluppare le tue risorse Come dicevo prima, tu hai probabilmente molte qualità e punti forti, anche se non te li sei mai riconosciuta, li hai. Riunendo corpo-mente e spirito probabilmente diventerai più consapevole delle tue qualità e riuscirai ad incarnarle maggiormente perché troveranno spazio maggiore dentro di te, gli dedicherai più tempo e perché ne farai esperienza attraverso il corpo. Qualche settimana fa una mia paziente diceva che non sa chi è, che non conosce le sue qualità, allora gliel’ho fatto sperimentare a livello fisico, quando lo sperimentiamo dentro, quell’acquisizione di chi siamo non se ne va più. 3. Un centro olistico ti aiuta ad uscire da schemi negativi, passati e condizionamenti che non ti aiutano ad esprimerti liberamente nella vita Fin da bambini ci viene detto come siamo, come non siamo, cosa dobbiamo fare, cosa non dovremmo mai fare, come si sta in un certo posto, cosa dobbiamo ritenere importante e cosa no. Questi vengono definiti condizionamenti, noi non siamo così, ma impariamo a funzionare nel mondo attraverso questi schemi. Facciamo un esempio: Sono di base una persona a cui piacciono molto le relazioni, ma la mamma mi ha sempre insegnato a diffidare degli altri, quindi, non svilupperò le mie capacità relazionali, ma più probabilmente imparerò a difendermi da quel che sento in presenza dell’altro. I condizionamenti vengono dai genitori, dalla società, dalla scuola, dalla religione ed alcuni sono anche utili per riuscire a fare funzionare le cose, tuttavia, se troppo stretti, se troppo estremi, se molto distanti da chi siamo davvero nel profondo, rischiano di crearci grossi problemi nella vita di tutti i giorni perchè tendiamo a muoverci automaticamente secondo quegli schemi, che magari non sono più reali, né utili. Insomma è come se cercassimo di trattare una situazione come se fosse un chiodo con l’uso di un martello, ma magari invece dobbiamo piantare un fiore! 4. Un centro olistico ti aiuta a vivere il senso di comunità Solitamente un centro olistico mette al centro la persona nella sua globalità e insegna ciascuno di noi a fare lo stesso con gli altri, mettere al centro il proprio benessere e quello altrui, insegna a condividere esperienze su di Sé, a condividere le proprie risorse e i propri limiti e a vivere serenamente manifestando chi si è. 5. Un centro olistico ti aiuta a riunificarti attraverso discipline, tecniche o pratiche antiche o naturali. Alcuni centri, infatti, hanno a cuore la sostenibilità, l’ecologia, la medicina tradizionale cinese, le antiche arti del Tai Chi, del Qi Gong, dello Yoga, della meditazione, dei massaggi, dell’utilizzo di erbe e rituali naturali, l’omeopatia, la fitoterapia, e tanto altro. Ma come si fa a stare bene? Come imparare a vivere consapevolmente dentro e fuori un centro olistico? Essere presenti durante le attività quotidiane permette di migliorare tanto il proprio stile di vita dentro e fuori da una struttura pensata per accoglierti e riunificare le varie parti di te. In un centro olistico puoi imparare tanti strumenti che una volta appresi possono aiutarti, come:
Volgere l’attenzione dentro di te, avere la volontà di ascoltare il tuo respiro nel corpo e meditare (in quest'altro articolo ti spiego come, fai click sul testo) Questa ricerca dentro d te è alla base per lavorare su di Sé. Non pensare né che sia facile, né che sia impossibile, non giudicare le tue sensazioni, emozioni o pensieri, stai centrato nel presente ed impara che stai affrontando un processo che dura tutta la vita: la conoscenza profonda di te. Pensa che ciò che stai facendo è un percorso come potrebbe esserlo andare in palestra, più stai su di te, più mediti, più evolverai per essere chi davvero sei e per aiutare chi ti sta attorno. Se lo fai una volta a settimana, o una volta al mese, è un inizio, ma rimarrà un’attività per te più superficiale. Praticare Yoga, Qi Gong, Tai Chi e altre antiche tecniche di lunga vita. Nel nostro centro olistico ci sono anche tecniche come Draghi e Deva ed Holistic Workout. Sono tecniche pensate per sentire il respiro in movimento, per riattivare il corpo, senza spingerlo come si fa in certe situazioni o ginnastiche prestazionali, dove il fulcro non sei tu, non è sentirti in modo sensibile, ma raggiungere un obiettivo esterno. Sostenere ecologia e sostenibilità Prendi un’attività che può risuonarti come il cibo, o la raccolta dei rifiuti, o il riciclo di materiali per i tuoi hobbies. Una cosa piccola non partire dalle cose troppo complesse e cerca di mettere tutta la tua intensità e la tua voglia di cambiamento in quella pratica. Magari potrai mangiare più sano, più vegetariano, più nel rispetto dei prodotti che introduci nel tuo corpo, oppure prestare più attenzione ai materiali che utilizzi e che butti o ricicli. Prenditi cura del luogo in cui vivi, anche quello riflette la tua energia e ne diventa parte. Prenditi cura di te e nutriti. Pratica dei piccoli rituali e utilizza il Journaling Quando le stagioni passano inizia a sentire di cosa ha bisogno la tua energia per lasciare andare una convinzione passata, un’energia corporea che ti blocca, aggiornati sempre in base alle stagioni e sappi che ognuna di esse porta con Sé un’emozione specifica ed organi specifici che ne sono interessati, purificati con erbe adatte, se è inverno sappi che puoi incorrere nella paura e nella tristezza, sostieniti con le pratiche e scrivi un diario dove segni come stai, di cosa hai bisogno, come vivi quella situazione (Journaling). Esplora anche se per caso, quella sensazione viene dal passato e che effetti ha sul tuo corpo. Spero che tutto questo che ho condiviso con te, ti aiuti a scoprire la meraviglia del prenderti cura di te all’interno di un centro olistico. Ricorda che la nuova evoluzione del futuro dovrebbe essere quella di diventare sempre più coscienti di Sé e di aggiungere alle cose di cui ci curiamo, come il fisico, come le amicizie, anche il nostro interno. Un abbraccio, Padma In questo articolo voglio parlarti di una pratica che a me ha cambiato la vita, la Mindfulness, spiegarti cos’è la meditazione e come iniziare a praticarla anche per pochi minuti al giorno. Così come faresti per iniziare a meditare, anche per comprendere questo articolo, mettiti in una posizione comoda per te e prenditi qualche minuto di silenzio per leggerlo. Ci sei? Iniziamo… Prima di tutto, però, voglio dirti che “cos’è la meditazione?” non è proprio una formula corretta da utilizzare, piuttosto, per quella che è la mia esperienza, la meditazione non è un oggetto o un obiettivo da raggiungere, ma è uno stato dell’essere. Ero ad uno dei miei primi ritiri di meditazione, ero seduta a gambe incrociate, nella posizione cosiddetta del Fiore di Loto, ero in mezzo a tante altre persone ed era qualche giorno che lavoravamo sulle tecniche base che permettono di riprendere contatto con se stessi ed il proprio corpo, che successivamente portano alla meditazione, c’era il sole che entrava dalle finestre aperte, un’aria impregnata di fotoni, una leggera brezza ed il rumore di un ruscello che scorreva lì vicino, era estate e…. Waaaaaa! Ecco la mia prima sensazione di estremo benessere, di essere connessa con la natura e con le persone che mi erano a fianco, ma anche di luminosità interna. Solo più tardi ho compreso che in quel momento stavo sperimentando il mio essere, prima non sapevo cosa significasse e dove portasse meditare. Ed ecco di nuovo cos’è la meditazione, ovvero la possibilità di essere totalmente presenti nel qui ed ora, pienamente consapevoli di quello che c’è, qualsiasi cosa sia. In quel momento io sperimentavo quel mio stato dell’essere, ma già il giorno dopo probabilmente sperimentavo altro di me, già un’ora dopo, già un minuto dopo. Il che significa che un momento si può sperimentare benessere, un altro rilassamento, ma non ti ingannare, meditare non significa solo sperimentare stati piacevoli e positivi. Meditare non è un corso americano di motivazione positiva, per fortuna! Meditare è sentire dentro di te, a livello fisico, emotivo, psicologico, spirituale (non religioso!) qualsiasi cosa c’è! Te lo ripeterò come un mantra, finchè non mi odierai! E andrà bene anche quello! Qualsiasi cosa c’è! C’è da dire che probabilmente quel giorno, all’inizio della mia ricerca spirituale, avrò avuto la fortuna del principiante, ma anche che stavo lavorando da giorni in meditazione da mattina a sera, quindi probabilmente il processo per arrivare a quello stato si è velocizzato, senza contare l’aiuto di altri meditatori vicino a me. Ma tu non spaventarti se non ti riesce immediatamente di entrare in uno stato di benessere luminoso, può anche capitare benissimo, come ne ho fatto esperienza tante altre volte, che quando si inizia a meditare, la testa continui a presentare pensieri e che inizialmente il rilassamento non avvenga. E va bè, ma allora.. tu dirai…. Vero! Ma pensa a quando vai in palestra, per allenare il tuo corpo, non basta che tu faccia un movimento per due minuti, un solo giorno, bisogna che tu continui a sperimentare! Nel caso della meditazione, a sperimentarti, sperimentare te stesso! Ma se vogliamo ritornare alla domanda iniziale: “Cosa è la Mindfulness?” non raccontata attraverso l’esperienza (che è praticamente impossibile), ma in modo un pochino più “tecnico”, possiamo dire che è uno stato di pienezza del Sé (per me e non solo, erroneamente tradotto in pienezza della mente: Mind = mente; Fulness = pienezza), che può anche essere indicato con il termine di Consapevolezza, cioè il fare esperienza della la coscienza unitaria (corpomentespirito) del sistema di ognuno di noi. Sì, d’accordo Padma, tutto bello, ma cosa significa uno stato di pienezza del Sé?!?! E corpomentespirito? Alcuni mistici come Krishnamurti, Osho, Ramana Maharshi, Nisargadatta, ecc definiscono la mindfulness o consapevolezza come uno “stato di no mente” (no mind), ossia uno stato di consapevolezza senza pensieri. Sei consapevole di ciò che avviene dentro di te e fuori di te, in modo vigile, pieno, ma rilassato e senza il rimuginio e la velocità a cui sei abituato di solito. E se i pensieri arrivano? Come ti dicevo prima, all’inizio è del tutto normale! Non giudicarti! Non tentare di reprimerli, semplicemente ritorna con la tua attenzione al respiro, ma questo lo vediamo tra pochissimo, quando ti farò sperimentare, per quanto possibile con la scrittura, una breve pratica! Altra indicazione per comprendere noi stessi in meditazione è che corpomentespirito significa che noi appunto siamo un essere unitario non diviso come ci hanno portato a credere! Il corpo non è staccato dalla mente e dallo spirito e viceversa! Infatti, l’attuale definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute è: “uno stato dinamico di completo benessere fisico, psicologico, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia”. Tu pensa che quando sei stressato perché il tuo partner ti ha lasciato, ti viene l’herpes! e ciò è solo uno dei molti esempi e studi che recentemente sono stati sviluppati rispetto al fatto che siamo un essere neuropsicosomatico, ma a questo dedicheremo un articolo a parte. Questo è molto importante per comprendere cos’è la meditazione e perché bisogna ripartire dal corpo per praticarla, perché noi siamo UNO, le nostre emozioni nascono nel corpo, la nostro Sè è all’interno del corpo e se vogliamo andarla a sperimentare in meditazione, bhè allora bisogna che ripartiamo proprio dal corpo per accedere a tutti gli altri livelli! Inoltre, dato che ti ho citato dei mistici, voglio che tu sappia che la meditazione non è una religione, ma sono pratiche laiche che tutti possono svolgere e che negli ultimi anni hanno ricevuto una quantità enorme di validazioni scientifiche. Nel 2019 sono stati pubblicati su riviste scientifiche qualcosa come quasi 2000 studi sulla Mindfulness, perché di fatto porta ad una serie di benefici importanti per la salute e di questo si parla anche nell'articolo di Cristiano Crescentini sul Social Cognitive Neuroscience. Proviamo assieme cos'è la MindfulnessTroverai a breve un video con la mia voce che ti guida. PER MEDITARE INIZIA DAL RESPIRO! Ora metti tutto il mondo esterno in pausa per un momento, facciamo 3 minuti. Mettiti in un luogo per te tranquillo e sicuro, dove nessuno possa disturbarti. Mettiti in piedi prima di sederti e fai un momento di stretching, molto lentamente, tu sei abituato ad andare veloce, te lo ripeto, molto lentamente. Poi, siedi su un cuscino, o sul letto, ma non coricarti, perché le prime volte è facile che ti addormenti e dormire non è meditare, che invece ha il significato di risvegliarsi, infatti quando ti assopisci allenti la coscienza, quando mediti la coscienza è vigile. Siedi nella posizione classica con le gambe incrociate e chiudi gli occhi. Prima porta la tua attenzione sulla tua spina dorsale e su dove appoggi, senti proprio tutta la lunghezza della tua spina dal basso all’alto e senti il tuo peso che poggia su ciò che ti sostiene, un divano, una sedia, un cuscino. Ora porta la tua attenzione sul respiro che entra dal tuo naso ed esce e sulla sensazione che questo movimento ti dà a livello fisico. Senti che il respiro attraversa lentamente il tuo naso e che sale alla testa, scende alla gola, al petto e alla pancia. E senti questo che sensazione fisica ti dà. Quando sei pront* riapri gli occhi. Se ti va, quando sei ancora a caldo, condividi la tua esperienza nella Community, condividere aiuta te a verbalizzare quello che hai sentito e dargli un nome e gli altri a non sentirsi soli nella pratica. Sei stat* coraggios* A presto, Padma. P.s. Se vuoi puoi seguirmi sui miei canali social! |
Autore Io sono Sara, dirlo è un mantra! Archivi
Settembre 2023
Categorie |